5 anni da Abbottabad

Le idee chiare della Cia

A 5 anni dal blitz in cui venne ucciso il capo di al Qaeda, Osama Bin Laden, il direttore della Cia, Johan Brenner ha affermato che il prossimo obiettivo dell’Agenzia è il califfo al Baghdadi. Dal giorno degli attentati di Parigi, abbiamo sostenuto la necessità di colpire immediatamente la guida politica spirituale ed organizzativa dell’Is, che mentre cittadini innocenti finiscono sotto i colpi delle sue milizie, continua a tessere la sua trama di terrore. Quasi stupisce che la stessa Francia, e poi il Belgio non si siano attrezzate immediatamente per catturare ed uccidere il mandante degli attentati di cui sono stati vittime i loro cittadini innocenti, prima ancora di preoccuparsi di assicurare alla polizia i loro esecutori materiali. Quelli saranno già stati rimpiazzati. Non che colpendo al Baghdadi la promessa di uno Stato islamico si fermi di colpo. Ma intanto bisogna decapitare un’organizzazione politica - militare che si è diffusa con molta più forza e maggiore estensione di quanto riuscì a fare al Qaeda. Se Bin Laden era una specie di vendicatore dei presunti crimini commessi dagli americani nei confronti dell’Islam, Al Baghdadi si propone come il rigeneratore stesso del mondo islamico ed il suo messaggio viene colto persino nelle comunità mussulmane insediate in Europa da decenni, Si tratti del nuovo regima sciita in Iraq, di quello vecchio di Damasco, della monarchia sunnita dei sauditi, nessuno può sentirsi al sicuro. L’Is è dunque una minaccia molto più pesante per la comunità internazionale di quanto potesse esserlo la setta di Bin Laden e la sottovalutazione del fenomeno, oltre che i ritardi nell’affrontarlo, hanno aggravato la situazione. Staccare la testa dal corpo di un tale mostro sarebbe stata la prima cosa da fare. Per lo meno, dopo tante minacce piuttosto vuote provenienti dalle autorità americane, abbiamo ascoltate un proposito concreto e convincente in grado di fissare finalmente un obiettivo. Sarebbe bene che tutti i governi occidentali, prima di varare piani strategici, in Libia, in Siria o chissà dove, si preoccupassero di mettere a punto questo primo passo che prevede di cancellare dalla faccia della terra il califfo al Baghdadi, ovunque si trovi e quali ne siano le condizioni.

Roma, 2 maggio 2016